Atlantide (un mio parolibero)

domenica 19 aprile 2009

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Venti da ponente soffian freddi all'orizzonte squarciato da nubi profondo rosso, mentre di sera tace gemente nell'uniformità dello spazio amorfe, intemperato, uno stuolo di volpi assassine, spinte dal ludibrio d'odi barbare, assuefatte da droga pakistana, confondendosi fra mitraglie e passaporti statunitensi, perdendosi nel lieto mar gemente che sta in fra le terre irredente, onde scopa deforme spazza piaceri e voglie di convogli militari e pin up di burlesque, perdendosi nel selciato stellato di mille zanzare anemiche nell'iperspazio atlantideo, sfiorando le colonne d'Ercole, là dove finisce il mondo e inizia l'infinito mistero.


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