I PSB sono tra i protagonisti della scena musicale britannica da oltre venticinque anni, ma non si sentono ´insider´ dell´industria discografica. Chi sono e cosa hanno fatto. I Pet Shop Boys sono un duo britannico di musica pop elettronica (synthpop), formato da Neil Tennant (voce) e Chris Lowe, tastierista e occasionalmente anche cantante.
La longevità della loro carriera è generalmente attribuita alla loro abilità di creare musica pop/dance melodica con testi intelligenti. Numeri da capogiro che confermano il profilo della formazione. Complessivamente hanno venduto più di 50 milioni di dischi in tutto il mondo.
Dal 1986, hanno realizzato 55 singoli, piazzandone ben 42 nella classifica Top 40 del Regno Unito, di cui 39 nella Top 30 e 22 nella Top 10, compresi quattro Numeri Uno: West End Girls, It´s a Sin, Always On My Mind e Heart.
Una credibilità costruita nel tempo, garantita da una dinamica a due perfetta. Un´alchimia di stile e competenza, due personalità che si completano: Tennant l´intellettuale, Chris più disinibito.
Nati quasi come elemento di disturbo anti-rock, più in linea con la scena dance, disco e pop, un attitudine manifestata nel brano How I Learned to Hate Rock and Roll (Come ho imparato a odiare il rock n´roll), si sono imposte con eleganza.
Nel corso dei lustri hanno realizzato gioielli (synth)pop, sono il punto di riferimento della "dance intelligente" , ma dietro l´apparente leggerezza e ottimismo delle loro canzoni, c´è uno sguardo lucido e ironico sulla società postmoderna.
Verso le 14 (ora italiana) di una splendida giornata primaverile di fine febbraio, vengo raggiunto telefonicamente da Neil, che da Londra parla molto apertamente del nuovo album della band, i retroscena di alcune collaborazioni e spera di venire presto ad esibirsi a Milano: “E´ una città che adoro...stiamo ancora definendo il tour, per ora sono programmate un paio di date in UK”.
“Yes” una parola semplice, ricca di significato. Che messaggio volete trasmettere?
“Una parola come dici tu semplice ma con un forte impatto. Nel nostro caso volevamo esprime un concetto Pop, ma soprattutto un monito positivo ad una società delusa e contratta. Un messaggio energizzante”.
Possiamo definire “Yes” un disco Pop?
“Nel suo complesso è sicuramente un album Pop, ma se lo si osserva nel dettaglio è colmo di influenze, elementi che arricchiscono la nostra visione sonora. Una configurazione frutto anche della collaborazione con Xenomania, team di produttori UK che negli ultimi anni hanno contribuito a realizzare diverse hit. Con loro abbiamo co-scritto tre degli 11 brani del set: Love etc, More Than A Dream e The Way It Used To Be. Con loro si è creata una sintonia artistica che ha dato ottimi risultati”.
Quali sono state le tappe principali del processo creativo?
“Abbiamo iniziato a scrivere i brani un paio di anni fa, mi sembra mentre stavamo collaborando con Kylie (Minogue, ndr). Il lavoro si è concretizzato nel corso del 2008 in diversi stadi. Da considerare che durante i tour non ci prodighiamo a scrivere liriche. Da un punto di vista delle sessione di registrazione quasi tutto il cd è stato registrato nello mio home-studio e alcune parti in quello di Xenomania”.
Altro elemento di spicco di “Yes” è il contributo di Johnny Marr (ex chitarra dei The Smiths). Come sono andate le cose?
“Johnny è un musicista straordinario. La sua è una presenza importante e massiccia. Ha suonato in ben cinque tracce, ma è stato anche un punto di rifermento per me e Chris (Lowe). In studio ci ha dato dei preziosi suggerimenti”.
25 anni di carriera e un riconoscimento ai Brits 2009: l´Outstanding Contribution to Music Award?
“E´ stato un onore ricevere quel premio, il riconoscimento di una carriera costruita con passione e duro impegno. Un Award alla carriera che ci gratifica e ci da la forza di proseguire nel progetto che abbiamo intrapreso in quarto di secolo fa”.
Hai dichiarato che i PSB sono degli ´Outsider´ nell´industria musicale. Ci puoi illustrate questa teoria?
“Premesso che dopo i Brits sono state spese molte parole e fatte troppe dichiarazioni, il termine ´outsider´ lo ritengo appropriato per la nostra identità. In tutti questi anni abbiamo creato il nostro personale mondo artistico, che io definirei ´pianeta Pet Shop Boys´, una realtà costruita assemblando tutte le nostre visioni artistiche, musicali, visual, teatrali, cinematografiche, le collaborazioni (Blur, Liza Minnelli, Dusty Springfield, David Bowie, Tina Turner, Electronic, Suede, Rammstein..., ndr), una personalità fuori dal coro, in diverse occasioni sottovalutata”.
Qual è il segreto della longevità dei PSB?
“Credere in se stessi, in quello che abbiamo fatto, essere orgogliosi del proprio lavoro. Il nostro pregio è stato quello di ricercare una nostra dimensione, fare qualcosa di veramente importante per noi. La fierezza della personalità che abbiamo costruito in tutti questi anni di musica, ma soprattutto il rispetto reciproco nel rapporto tra me e Chris”.
Siete una fonte inesauribile di idee, cosa ci riserva il vostro futuro?
“Stiamo lavorando ad un progetto molto ambizioso e impegnativo. L´obiettivo è scrivere la musica per un balletto basato su una storia di Hans Christian Andersen. Probabilmente si tratterà di un set strumentale, ma è ancora tutto in via di definizione, abbiamo due anni di tempo per completarlo, dovrebbe andare in scena a Londra nel 2011”.
Prima di chiudere la conversazione ci puoi raccontare qualche retroscena curioso delle vostre numerose collaborazioni?
“Tutte molto gratificanti, che valorizzano la nostra musica. Con Kylie ci siamo veramente divertiti molto, con David Bowie un´esperienza particolare nella rielaborazione (remix) di Hallo Spaceboy, divenuta anche una hit in Inghilterra. Molto interessante l´esperimento con Robbie Williams, con lui, mentre lavoravamo al pezzo She´s Madonna, stava nascendo una nuova entità musicale segreta, un super gruppo formato dai PSB e le´x Take That; poi tutto è sfumato”.
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