A che serve la Scuola?

venerdì 17 aprile 2009

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E' da quando frequentavo le elementari che me lo chiedo, ma a che serve la scuola, l'università, l'istruzione forzata alla quale siamo costretti a sottostare come succubi di un supplizio che ci sottrae gli anni più belli della nostra vita, in cui potremmo veramente apprendere tutto ciò che c'è da sapere e dedicarci a quelle cose verso cui siamo veramente portati? Avevano un'istruzione regolare secondo voi i grandi pensatori della storia? Certo che no, studiavano quello per cui erano portati, e di certo venivano su dei grandi uomini con delle grandi menti, e non dei mediocri impiegatucci grigi ed insoddisfatti come al giorno d'oggi.

Ma stiamo scherzando...? La scuola è la più grande piaga che ci sia stata per le menti libere e per i pensatori, è la morte della spontaneità, è la madre della modestia (nel senso più spregevole del termine) che poi ci portiamo dietro per tutta la vita come un fardello insopportabile che alla fine ci schiaccia, e ci fa chiedere a volte perchè vale la pena vivere in questa mediocrità insignificante e puttana che ci annihilisce giorno per giorno.

Perchè secondo voi i grandi filosofi riuscivano ad esprimere le loro grandi teorie, i loro pensieri? Ci riuscivano perchè erano liberi di rifugiarsi in una biblioteca ed attingere direttamente alle cristalline fonti del sapere senza l'assillo di esami, compiti in classe e interrogazioni varie, atte a farci diventare automi di un sistema che poi non capiremo mai e che di certo non ci condurrà alla saggezza, o a scoprire i veri misteri della vita.

Ci sono molti laureati che non capiscono veramente un tubo delle materie in cui si sono laureati, indottriati come sono da falsi maestri, ma soprattutto dal sistema universitario, troppo pedante e nozionistico, in cui basta imparare gli esami a memoria ed esporli come si fa per l'ultima delle filastrocche dinanzi ad un insulso barone universitario per avere il contentino di passare l'esame, a discapito di coloro che invece sono veramente innamorati del sapere(quello vero e non della nozione), che a volte vengono discriminati per non essere degli automi indottrinati alla logica distruttrice dell'uomo-macchina, dell'uomo-prodotto da mercato.

Io proporrei università e scuole solo per le facoltà di medicina ed ingegneria, od altre materie tecniche, ma per il resto lascerei fare al singolo; del resto Cicerone non era nemmeno laureato in giurisprudenza ma...


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